giovedì 28 maggio 2015

zio Frà


Quando sei andato via tu Francesco, da queste parti è finita un'epoca.
Anzi, ti dirò amico mio, a me è parso proprio che fosse scomparsa una stagione.
Arrivarono altri caldi autunni, luccicanti inverni ed anche nuove e strabilianti primavere, ma di estati, quelle estati fresche di scherzi e di avventure, quelle in cui gli amici tornan da lontano e tra un progetto e l'altro, tra una risata sciocca e una proposta stravagante, come le cicale che s'approprian del silenzio e ti cantan spensierate: "e adesso, che facciamo?"...non ne son tornate.
Sento la terra che rotola Frà, così forte che non vale la pena di corrergli dietro.
Non so come sia riuscito a scriverti quattro parole in fila.
Son passati anni, e non ci ho mai neppure provato, ma oggi non so, saranno state quelle candele che ardevano in silezio ed io non le ascoltavo, o forse sarà stato il fumo che han fatto quando da sole si son spente, o l'acqua sopra il fumo, o il vetro caldo che s'è rotto...
Sarà stata l'anima mia, con la sua mano sbadata e il mal di schiena, che girava senza meta come una rondine disorientata sopra un fazzoletto bianco, e persa apriva le finestre, e a ognuna v'era un giorno, un mese, un anno e mille persi abbracci...
E intanto entrava l'aria... o usciva il fumo, ed io forse capivo.
Mi rimane difficile parlarne, e non so come spiegarlo, ma la sostanza in fin dei conti è questa: è che tu sei riuscito a farmi sentire davvero immensamente stupido.
Questa cosa mi è successa diverse volte con te in quegli anni, per non dire quando te ne sei andato poi... non trovo proprio le parole.
Quel tuo sorriso sincero e fresco, chi l'ha conosciuto non lo può dimenticare.
Ancora adesso, quando ci ripenso a distanza di anni, non so se vedo tutto appannato io, o se è il mondo che si sfalda in mille gocce.
Credo di essermi sentito la persona più idiota dell'universo, e di questo amico mio, per quanto non vorrei e mi pare assurdo più che mai, ti ringrazio infinitamente.
Mi rammarica tanto che non t'abbiano conosciuto i tuoi nipoti... zio Frà.
Nelle regole del cosmo non c'è spazio e non c'è tempo dicon quelli, che in divisa grigia e sguardi seri, han progettato l'ingranaggio...
E allora giri questa ruota, e torni aprile ancora, e venga maggio...
Sarai sempre nel mio cuore amico mio!
Un forte abbraccio!
foto by Nicola Di Pasquale

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