venerdì 31 luglio 2020

il cuor della terra


Navigavo sull'onde
d'un mar senza nome,
e con gli occhi ormai stanchi
scrutavo l'immenso
e indicibil compenso
d'un lungo e lezioso cercare...

Scrutar non ha senso, pensavo,
non v'è altro che mare.

Ma un'onda più grande
a quel dir mi sospinse,
e senz'ombra al mio fianco, né stelle

ch'orlasser dell'orsa il bel manto,
più in alto e più a fondo
il mio cuore costrinse,

e negli occhi miei inquieti, di fuoco
e di fiamme il gran velo dipinse.

Fu allor che volgendo
il mio sguardo all'abisso,
urlanti e scroscianti
m'apparver quei flutti,
che immobili e quieti
parevano un tempo,

spazzati via ora
come foglie dal vento.

Vidi allora la Terra,
e la vidi com'era,
sferzata da mille tormenti,
ghermita nel ventre e nel cuore
e per odio e paura costrinta
e tristezza e mordente rancore.

La vidi un istante,
di profondo terrore.

Culla era d'uomin mai nati,
di schiavi regnanti e perfetti soldati,
sempre proni al comando
sempre al premio orientati
come ciuchi mansueti,
cagnolini ammaestrati.

Il mio cuor fu di ghiaccio...
c'eravamo già stati!

"Ti ricordi?", mi disse,
"sulla schiena del drago?
le sue docili fiamme, e i silenzi,
e i suoi occhi mansueti e pazienti?
Dove il mondo è profondo,
sotto il gelo del tempo,

ti ricordi? Puoi vederlo?
come ardevo d'immenso?

Ardo sempre d'immenso,
fra quei ghiacci che stringon,
che attanaglian la terra...
la vedesti, ricordi?
poi fuggisti e a quel mar senza nome
rivolgesti deluso il tuo petto.

Lo ricordi? Puoi vederlo?
Quel tuo viaggio perfetto?

Navigavi sull'onde
d'un mar senza nome,
e con gli occhi scrutavi,
sperduti, l'immenso
e indicibil compenso
d'un lungo e lezioso cercare...

Scrutar non ha senso, pensavi,
non v'è altro che...

E in quel mar ti perdesti, si,
come tutti i sognanti vascelli,
ma alla terra poi invece tornasti,
e ai suoi mille tormenti, che l'avvolgon,
che la stringon giubilando "lei muore!",
quali spine ritorte sulle grazie d'un fiore.

Non cercarvi null'altro, mio amico,
che parol' del tuo cuore.
"


Il Drago Vecchio - Guido Clericetti

mercoledì 29 luglio 2020

di chi sono i vostri figli?



Il più grande errore che può fare un genitore premuroso è credere di essere responsabile dei propri figli nei confronti dello stato, della chiesa, della scuola, della comunità...

Non è lo stato e non è la chiesa ad affidare il germoglio d'una vita nuova ad una madre e ad un padre.

L'unica ambizione che un qualsiasi ente possa avere nei confronti di un bambino è quella di appropriarsene illegittimamente.

Naturalmente, come recitano spesso cori all'uopo plagiati: "i figli non sono mica proprietà dei genitori?!". L’avete cantato anche voi? Ma pronunciata la strofa poi si perdono, e mai cercan la rima...

Come si può solo pensare che, invece, i figli possano essere proprietà di un ente astratto, come che si chiami e qualunque esso sia.

"I figli non sono proprietà ne' dei genitori ne' dello stato, sono doni di Dio", direbbe la chiesa...

Peccato che poi quel Dio di cui parla la chiesa abbia fatto ormai, da tempo immemore, la tristissima fine di divenire esso stesso proprietà della chiesa... Chi ha occhi per vedere veda.

Lasciamo stare la chiesa, ma, "lo stato non dovrà allora vigilare sul corretto comportamento dei genitori?", eccoli ancora che cantano in coro. L’avete cantato anche voi?

Certo, ma “non dovranno a maggior ragione i genitori vigilare sul comportamento dello stato?” dovremmo invece aggiungere noi.

Manca sempre una “strofa” per completare la rima di certe canzoni, ed è sempre la più importante, chissà perché.

Ecco perché: regna sovrana l'idea che un pensiero collettivo frutto di processi e decantazioni d'ogni e qualunque tipo, abbia e debba avere, sempre e comunque, più valore di un pensiero individuale, forgiato sui vincoli stretti dalla natura nella carne e nell'anima d'ogni donna e d'ogni uomo.

Questo è il tarlo che ha consumato le menti, fiaccato gli spiriti e segregato le anime, e questa idea non è altro che pura superstizione, che per nulla tiene conto della storia e della realtà dei fatti.

Può valere per le api, per le formiche, che pur tuttavia hanno le loro precise regole naturali legate al diretto e mai mediato sentire, ma voi, mamme e papà d'ogni luogo, se non siete api e se non siete formiche, allora perché accettate di pensare e vi comportate come loro?

Svegliatevi! Gettate quel maledetto tarlo alle fiamme e curate e ricostruite quell'albero della vita che "qualcuno" saggiamente ha deciso che dovesse crescere fiero dentro di voi!

Chiedetevi chi vi ha affidato la cura dei vostri figli, da dove vengono i loro sorrisi, le loro lacrime, e perché tanta bellezza è sbocciata proprio dentro e accanto a voi.

Qualunque sia la risposta, solo ponendovi la domanda potrete sapere verso chi dovete essere responsabili e a chi dovete rendere conto.

Gustav Klimt, maternità

martedì 28 luglio 2020

i tristi campi


Cercano per non trovare,
guardano per non vedere,
ascoltano per non sentire.


Mille e mille volte nasce il sole
e mille e mille volte muore...


Sbocciasse un solo giorno
in certi tristi campi,
che valga un battito di cuore.

lunedì 27 luglio 2020

cosa penso dei libri "sacri"


Se anche mi dimostrassero che in un libro sono scritte le cose più belle del mondo, io rimarrei fedele, sempre e solo, alle cose più belle del mondo.

domenica 26 luglio 2020

le figlie dell'incanto

Molte idee son belle,
altre idee son brutte,
ma governare l'uomin
è ambizion di tutte.

Taluna vien danzando
ed è ribelle e fiera,
talaltra ancor marciando vien
che pare una pantera.

E se par di luce
e di speranza accesa l'una,
e che l'altra bracchi
e non dia scampo,

son pur ambo invece
figlie dello stesso incanto.

sabato 25 luglio 2020

...le scelte


Le scelte fatte con la testa possono non essere sbagliate, 
ma solo le scelte fatte col cuore sono giuste.

venerdì 24 luglio 2020

i vestiti del re


Il re è sempre stato nudo.
I vestiti glie li mettiamo
sempre e solo noi.

mercoledì 22 luglio 2020

la geometria del bene e del male


Il male, visto geometricamente, è un punto che non ha ancora scoperto d'essere un cerchio.
Il bene, naturalmente, è il cerchio.

mercoledì 15 luglio 2020

il pudore della verità


La Verità è la più anarchica, libera e disinvolta delle virtù; sguscerebbe noncurante per qualsiasi palude per sbucare fiera e linda da qualsiasi improbabile anfratto.

venerdì 3 luglio 2020

i fiumi dell'oro


Lungo i fiumi che parlan dell'oro,
solo pesci con gli occhi d'argento.
Volano gli altri con l'anima in fiamme,
oltre i cieli e le nuvole,
aspettando che piova.
Lungo i fiumi che parlan dell'oro,
chi cerca cerca, chi trova trova.