Ogni ora che ognuno di noi fa qualcosa a servizio di altri, egli crea un valore, valore che poi è costretto a scambiare
prendendo in prestito la moneta, ovvero l'unità di misura del tempo impiegato al servizio degli altri, e la prende in prestito da qualcuno a cui concede
d'esserne proprietario e beneficiario, e a cui consente di crearla
senza fare alcun che, se non "convincere" la maggioranza di noi che la cosa migliore per tutti noi sia essere e restare suoi debitori perenni.
In poche parole per ogni ora che ognuno dedica al servizio degli altri egli è debitore di un'ora, più interessi, verso la banca privata del tempo che naturalmente non produce il tempo ma che, senza dubbio, dispone del tempo di chi utilizza il mezzo di scambio di cui essa è proprietaria.
Naturalmente la banca del tempo non potrà mai esigere il credito di tempo di cui è titolare, ma potrà senz'altro utilizzare quell'indebito credito per "suggerire" e financo imporre ad ogni piccolo grande debitore politiche e condizioni sull'utilizzo del tempo a sua disposizione.
È questa la vera natura del debito pubblico, esso è letteralmente una "perdita di tempo".