A molti potrebbe apparire utopia anche il solo pensare a un mondo
fondato sulla cooperazione, sul rispetto dei diritti inviolabili
dell'individuo, sulla mutua assistenza, un mondo in cui si produce
quello che serve e che è utile e bello, nel rispetto dell'ambiente ed in
armonia con tutto ciò che ci circonda, un mondo che dà valore al tempo,
che offre spazi all'arte e garantisce la sacrosanta libertà che spetta a ogni
uomo di vivere e realizzarsi seguendo le proprie aspirazioni.
A
qualcun'altro potrebbe sembrare utopia immaginare un mondo in cui
l'umanità è tenuta sotto il proprio dominio e controllo, per mezzo del
grimaldello di una moneta prestata e sottratta scientemente, mediante
parole inoculate ad arte da mezzi di propaganda capillari, un mondo in
cui basta una piccola formula per scoraggiare milioni di uomini ad
inseguire i propri sogni, rendendoli schiavi inconsapevoli o
consenzienti dell'unico sogno accettato, ufficiale e collettivo.
Che
cos'è l'utopia se non una magia, un sigillo sussurrato nelle nostre
orecchie durante il sonno, che noi trasformiamo in un recinto mentale
nel quale confiniamo tutto il nostro essere, un misero stagno nel quale
affoghiamo tristemente i nostri sogni, cetacei liberi a cui non bastano i
mari e che non si contentano degli oceani, e che allora noi
trasformiamo in piccole speranze, miseri anfibi d'acqua dolce,
rassegnati a piccoli salti dentro piccoli cerchi...
L'utopia
davvero non esiste, non senza il nostro rassegnato o inconsapevole
consenso, essa è il nome cupo che diamo ad un sogno che giudichiamo
irrealizzabile, è quindi solo un adesivo di piombo appiccicato a un
sogno affinché questo non possa più volare...
Esiste solo la volontà di coltivare e perseguire i propri sogni, o la volontà di abbandonarli, abbandonandosi con essi e smettendo da quel momento di volere davvero, di desiderare.
Il
mondo cinico e “perfetto” in cui viviamo, per quanto oscuro, triste e
misero, che ci piaccia o meno questo sogno, ne è la prova.