sabato 6 settembre 2014

manifesto poetico della società imperfetta


Tu, società imperfetta, non sei che un sogno,
un sogno avvolto da nubi e soffocato da nebbie,
un sogno dimenticato fra i mille sogni persi
o ancor sognati d'un sognator distratto.

Ma io volli sognarti ancora amica mia,
e renderti l'onor che un tempo
uomini dal cuor più lieve ti rendevan,
...pria che li soffiasse il vento.

Per far questo lontan dovetti andare,
lontano dai tuoi porti festosi,
dalle tue piazze brulicanti di colori,
dalle strade di canti, musica
e parol' fresche grondanti,
e dai sorrisi trasparenti
come rondini dall'ali d'aria chiara,
come delfini d'ombra d'orizzonte,
unicorni di gentil rugiada.

Un cavalier mi disse un giorno
d'esser stato in una terra
vuota come un masso grigio,
arida come un cielo di gabbiani urlanti,
triste come un sorriso di serpente
alla sua coda avvinto,
e da quella terra mi contò
d'averti infin sognata, chiara
come l'occhio del giaguaro
nella notte scura.

In quella notte ancor io vago,
e cerco e scrivo, e a quel sogno schivo
il cuore accosto e mi rammento
d'esser stato un tempo franco dall'incanto
che perfetto stringe il mondo intero.

Ogni cosa qui s'incastra e ruota
al gir dell'acqua cheta,
e come un mulin che mai s'acquieta,
mentre gira e gira e ruota
nel Lete mota e immota annega.

Dimenticar dovetti allora,
e con me doveron tutti,
com'ogni solco che compar fugace,
e poi scompare in quei gran flutti.

E se ora vedo solo l'ombra d'un baglior nascente,
nella notte scura volentier m'annego amica mia,
e sogno l'occhi d'un giaguar ruggente,
e aspetto il vento, e che non sia clemente!




sognando la società imperfetta

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