martedì 21 maggio 2013

cercando te


Dimenticherò,
e un giorno scriverò.

Tu, sarai la mia prima luce.

Tu, sarai l'acqua che scorre,
la goccia, il fiume,
l'onda che travolge.

Tu…

Dimenticherò, te lo prometto.

E sboccerò in mille colori
e tu sarai il fiore che cresce,
la stagione, la vita che nasce.

Poiché t'amo,
e il mio amor non ha sapore,
dimenticherò.

...ovunque, ed ogni cosa...
non c'è nulla, manchi tu.

Ed io che scrivo a te, ora,
non ricordo più.

lunedì 20 maggio 2013

obbedienza


Chimera dal cuore di stoffa
e lo sguardo d'argento,
questo mondo non sfugge al tuo giogo
ed impera su tutto
tua strina natura.

Fra le risa un pagliaccio
pronuncia il tuo nome
e si spegne nel buio.

Madre di tutte le incrini nature,
se tutto ti è dato,
e se anche Dio si è prostrato al cospetto di te,
nel profondo blu dei suoi occhi
ancora una gazza
rifiuta il tuo dono.
1995-2000

venerdì 17 maggio 2013

l'ultima forma


Vuoi che non vuoi, 
volere ti porta;
sei che non sei, 
non sarai mai morta.

Anima inquieta, 
divina sorella,
sei madre sublime, 
bellezza più bella.

Limpido sangue 
che scorre nel fiume,
nitido sguardo 
in un occhio di rame.

Un'immagine stringe 
il tuo cuore al tuo cuore,
mentre un'onda si placa 
nel ventre del mare.

Voler che volesti 
volere negasti.

Anima inquieta, 
sublime sorella;
nell'ultima forma 
del gesto divino,

il voler che volesti, 
il voler che baciasti.
1990-1995

venerdì 10 maggio 2013

a me stesso


Che siano le tue certezze
gelide correnti marine
che riposano nei profondi abissi
degli oceani più remoti.

Che sia il tuo occhio
l'astro lucente a mezzogiorno,
che più lucente e bramoso che mai
vada a cercarle in quegli abissi.

Che non trovi che se stesso
solo un attimo prima d’esser tale,
e che impari, tutto il resto
serve per giocare.
2000-2005

mercoledì 8 maggio 2013

inno al guerriero

Un foglio bianco per Frank Frazetta.
1995-2000
Al reo sibilar del vento, 
di roccia audace guerrier
tuo pugno sollevi.

Ree palpitar l'Erinni
che da tua man fugaron
le sorti future.

...sopito un canto al tuo cuore
al che sull'inclite valli
volgesti il tuo sguardo,  

e le torri incendiate
e le vette innevate
fer d'acciar l'occhio tuo,
al par del tuo brando.

Ferale augel di sua tema
al tuo cuor die' conforto;
fulgid'alma nel ciel,
tracotante e sprona
al suo motto, che dall'alto,
predar ti fu tempo.



“Che tu possa sempre esser amato, guerriero!
Guerriero sempre, e mai soldato!”



 

lunedì 6 maggio 2013

s'io fossi un pittore dipingerei...


…un quadro che rappresenti la mente:

lungo i bordi due mani che reggono il quadro.
Dentro una persona sul ciglio di un pozzo quadrato.
La persona ha in mano il quadro che noi stiamo guardando 
e osserva noi con la testa piegata in dietro.
Nel suo quadro ancora lui che però, questa volta 
osserva dentro il quadro che ha in mano… e via dicendo.

…un quadro che rappresenti lo spirito:

una batteria di corridori tutti in ginocchio, 
tesi come corde di un arco, in attesa del canonico sparo 
tranne uno che invece sta in piedi, rivolto al giudice, 
con le mani in alto in segno di resa.

…un quadro che rappresenti l'anima:

una bambina china su un fiore, 
in mezzo a un campo, 
in una bolgia congelata di polvere e zoccoli di cavalli, 
perfettamente noncurante, immobile, 
come la sua mano che tende ma non coglie.
08 dicembre 2011

sabato 4 maggio 2013

dal più dolce degli inferni possibili


Ifigenia è il mio cuore,
men caro all'uom che alla morte.

Guardami, io son la vita.

Gli occhi non vedon ma il cuore ti parla.

Guarda dietro, lontano, vicino,
l'altezza del mondo e del mondo l'abisso
e la madre sinuosa... bugie, falsità.

Morta è la terra, e il mar non si muove,
e il ciel non li sfiora.

Il mondo l'hai visto, ora guardami ancora.

Gli occhi non vedon ma il cuore ti parla.

E' il soffio più tiepido e dolce che spinge alla morte,
ma Zefìro è un bambino, non conosce l'amore.

Quanto a Flora, lei non vede
e il suo cuor non si molce.

Ora vedi quale ancilla mi attende?
col suo gelido manto,
col suo sguardo inclemente?.

Gli occhi non vedon ma il cuore ti parla.

Io son la vita, Ifigenia è il mio cuore,
men caro all'uom che alla morte.
 
 








“Così mi parlò la creatura più dolce,
dal più dolce degli inferni possibili.”

Firenze, agosto 1999