sabato 4 maggio 2013

dal più dolce degli inferni possibili


Ifigenia è il mio cuore,
men caro all'uom che alla morte.

Guardami, io son la vita.

Gli occhi non vedon ma il cuore ti parla.

Guarda dietro, lontano, vicino,
l'altezza del mondo e del mondo l'abisso
e la madre sinuosa... bugie, falsità.

Morta è la terra, e il mar non si muove,
e il ciel non li sfiora.

Il mondo l'hai visto, ora guardami ancora.

Gli occhi non vedon ma il cuore ti parla.

E' il soffio più tiepido e dolce che spinge alla morte,
ma Zefìro è un bambino, non conosce l'amore.

Quanto a Flora, lei non vede
e il suo cuor non si molce.

Ora vedi quale ancilla mi attende?
col suo gelido manto,
col suo sguardo inclemente?.

Gli occhi non vedon ma il cuore ti parla.

Io son la vita, Ifigenia è il mio cuore,
men caro all'uom che alla morte.
 
 








“Così mi parlò la creatura più dolce,
dal più dolce degli inferni possibili.”

Firenze, agosto 1999
                                                     

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