venerdì 3 maggio 2019

Buscate


Scorre veloce e travolge,
se ci getti lo sguardo,
l'acqua impaurita
nei canali del tempo,
ma sconvolge ancor più
quando vuoti si mostran,
quei solchi squadrati,
di quel vivo e impetuoso tormento.

Dalla finestra sull'alto balcone,
oltre la nebbia che accosta l'immenso,
cerca ancora il mio cuor
la sua strada, il principio ed il senso.

A via Giovanni Pascoli,
di rimpetto alla casa,
riposava un aliante, ricordo,
smontato e al riparo dal vento,

e v'eran mostri giganti
sotto cieli ruggenti
e guerrieri ed eroi sorprendenti
che s'affrontavan tenaci,
in quei giorni infiniti,
che ai miei occhi
ora appaion sfuggenti.

Gli anni dei sogni che crescon
a quei sogni s'accostan crescendo,
illudendo chi i sogni rincorre
che anche quelli calpestino il tempo.

No, non scorrono i sogni
in quei fiumi agitati
e neppur vi s'oppongono
come scogli incastrati,
ma qual' stelle fedeli alla notte
quei nel cielo s'appuntano sempre,
le stagioni vieppiù rispettando
ma poi sempre e pur sempre,
a chi ha cuor di cercarli, tornando.

E ritornano spesso al mio cuor
l'avventure più audaci,
le amicizie più pure
e gli amori sognanti e incantati
che sboccian radiosi nel cuore
di chi cerca castelli perduti,
giardini segreti e sorgenti fatate,
oltre boschi di tenebra e fiamme,
sfidando i maghi e le streghe
e deciso avanzando
sui sentieri e le tracce del drago.

Con le ali spiegate
che non temono il vento
ora vola il ricordo
sulle vie di Buscate,
grigie ad un occhio distante
ma agli occhi miei colorate.

...lo zaino alle spalle
ed un robot nel grembiule
ora sento i miei passi che corron,
scendon giù per le scale
e nel mattin già sbocciato,
nell'euforia del mercato,
sento l'odore e il calore
della bottega del pane.

E vedo il giorno che inizia
promettendo gioie, paure e tormenti,
e mia madre rammento al balcone,
mio fratello e mio padre al mio fianco,
mentre i gomiti appoggio,
pensieroso al mio banco.

Il maestro c'insegna
come scriver parole,
ma il mio cuor perde il segno,
cade giù, vola altrove,

e rammenta l'asilo,
coi suoi giochi e i colori vivaci,
e gli sovvengono le gite
oltre i confini usitati:
nei boschi a raccoglier castagne,
coi sassi tondi sfiorando il Ticino,
tra i dinosauri in rivolta
alle sponde dell'Adda,
sulle vie colme d'un Isola Bella
trovando la mano
e sbagliando la mamma,
e poi sotto gli aerei a Malpensa,
e ancor, sopra la piazza e i piccioni,
sfidando le guglie che cercano il cielo
del duomo a Milano...

e infine, verde come la vita che cresce,
come il fresco vestito d'un fiore
che s'appresta a sbocciare,
s'aggrappa il mio cuore a una bici
e sfreccia via come il vento,
finché si perde in quei suoi lunghi viaggi,
inseguendo la luce di giovani estati,
o tornando agli inverni dei sogni,
o dei ricordi sognati,
che come gocce combattono il tempo,
d'un'Alfa Sud, sopra i cristalli bagnati.