sabato 12 ottobre 2013

la moneta è magia


La moneta, o meglio il denaro, non è un bene e non è un oggetto.
Esso è pura magia!
Se utilizzassimo il fagiolo come denaro esso smetterebbe magicamente di essere un fagiolo.
Se non ci credete provate a foderare la vostra camera con banconote da cinquecento euro.
Avrete scoperto che quei fogli di carta, dal momento che costituiscono denaro, non sono più fogli di carta.
Ciò non toglie che possano ridiventarlo e che in un gelido inverno potrebbero tornare utili per scaldare una bella padella di succosi fagioli.
Ma ci sarebbe poco da meravigliarsi se qualcuno morisse di fame con le banconote in tasca e i fagioli in borsa.
Il denaro è il metro con il quale si misura il valore del diritto di possesso di ogni bene e allo stesso tempo è il custode di quel valore, ma solo perché lo vogliamo noi.
Se io ti do un bene tu mi dai l'opportunità di acquistarne altri.
Questa opportunità  si chiama denaro.
Tutto molto banale, lo so.
Eppure, per quanto banale, facilmente sfugge la vera natura del denaro, ovvero l'essere testimone di un patto, evidente o meno che sia, tra persone che mutualmente e magicamente decidono che esso esista.
Se poi si attribuisce il valore creato ad un simbolo e si appiccica questo ad un oggetto, metallico o cartaceo per esempio ma non necessariamente, si crea la moneta.
Quando eravamo bambini e gli occhi vedevan le cose per quel che erano, ci sarà sembrato magico che i nostri genitori dessero un valore a quegli oggetti.
Un magico gioco al quale avremmo giocato anche noi per tutta la vita, ed eran già tutti d'accordo, mancavamo solo noi.
Ma quello che noi vivevamo come magico, magicamente non brillava negli occhi degli adulti.
Evidentemente non era una loro creazione, non erano loro i sovrani.
Col tempo avremmo dimenticato quella magia anche noi e quegli oggetti avrebbero occupato, con un pò di fortuna le nostre tasche, con qualche probabilità in più le nostre mani e quel che è peggio, con verosimile certezza la nostra testa.
La magia del denaro ci avrebbe stregati.
Tuttavia, per quanto ben congegnato, l'artificio non sarebbe durato se la moneta non avesse la sua utilità pratica.
Essa favorisce gli scambi in quanto è facilmente trasportabile, comodamente stoccabile e piuttosto poco deperibile.
Per di più è praticamente illimitatamente replicabile.
La sua evoluzione digitale poi svuota addirittura di significato le affermazioni precedenti spalancando definitivamente le porte della realtà.
Questo è tutto quanto la moneta può fare per gli uomini, e se vi pare che sia poco, poca cosa è la magia.
Ma come il sogno chiama il sognatore, come l'arte chiama l'artista, la magia chiama il mago.
E chi è allora il mago?
Dov'è quel patto di cui nessuno di noi ha memoria?
Dietro questa domanda si cela, e celandosi si manifesta, l'infinita distanza che separa l'uomo da se stesso in quanto parte del tutto.
L'uomo, per quanto accecato dalla mania del possesso, non sente il mondo che ha intorno come qualcosa che gli appartiene, nè tanto meno sente di appartenergli.
La magia è magicamente svanita quando nei suoi occhi ormai stregati ha smesso di brillare la luce nascente della scoperta, lasciando il posto alla sterile illusione.
Quando questo sia successo non lo sa nessuno.
E' la memoria perduta di un remotissimo presente scomparsa nel frastuono di un grande sogno collettivo.
La moneta stessa è solo lo specchio dell'assenza dell'uomo, della sua scelta di non scegliere, di non esser presente e sovrano della propria esistenza.
In fin dei conti quindi, se fossimo sull'orlo di un baratro e il nostro sogno stesse diventando un incubo, sarebbe solo, o quantomeno in gran parte, volontà nostra.
A questo punto potremmo svegliarci, o aspettare che qualcuno conti fino a dieci... Ma in ogni caso dovremmo decidere, e lo decidiamo in ogni momento, se questo in cui viviamo debba essere o meno il "nostro" mondo...

"La magia è arte della creazione, l'arte della creazione è affermazione di sovranità."