giovedì 4 agosto 2016

i Miti e il Guardiano dei confini del mondo


Su un’insegna, presso i confini del mondo:
Benvenuti a questo mondo, ed alle mille sue bellezze,
alla storia e alle conquiste, ed alle mille sue stranezze.
Benvenuti a voi curiosi, che approdate a queste spiagge
e v’accostate alle grandezze come miti genti sagge.
Ogni cosa qui è al suo posto, e per voi la preserviamo
purché abbiate a cuor la legge, ch’ogni cosa ha il suo guardiano.


S’ode la voce del Guardiano, rivolto alle masse:
Vi condurrò lungo i sentieri dei giardini dell'incanto,
presso i confini luccicanti del mirabil mondo, 

e se saprete bene voi ascoltare,
quel che i Miti diranno, a tutti noi potrà giovare...
ma restatevi uniti e procedete pazienti qui al mio fianco.


Noncurante delle parole del Guardiano,
un uomo esce dalle righe e varca, curioso, quel confine.

Il Guardiano all’uomo, sotto voce:
Sui confini del mondo mi vaghi,
cosa credi tu d’esser? cosa cerchi in quei prati?
non lo vedi? che mi turbi tu l’incanto?!
torna qui tra i ranghi tuoi, e riunisciti al codazzo,
t’acquieti e rientri oppur’ t’amm...!


Qualcuno s’accorge del fatto:
Prodigio dei miei occhi! guardate!
com’è che quel s’avanza oltre la fine?
e dov’è la strada? e dov’è il confine?!


Il Guardiano ai pochi che hanno visto:
Non si varca alcun confine, quello è solo un bell’inganno;
è successo pur’anche quell’altr’anno...
e se i miti poi traballan, Dio protegga il suo figliolo,
con la lor grandezza, certo quei lo schiacceranno.


Anche altri, però si accorgono, e questa volta son tanti:
Ma l’han visto poi già tutti? come ch’esce e poi si rentra?
ma davvero si può fare? davver’ più in la si può anche andare?!...


Il Guardiano a questo punto, rivolto alle masse:
Omaggiamo il campione vi dico, ch’era figlio d’un Dio l’ho detto,
a chi l’ha già sentito, e dalla forza dei Miti lungamente l’è sorretto.
Quel che è stato era già scritto, e per la grazia che Iddio c’ha regalato,
un nuovo Mito noi aggiungiamo, tutt’insiem’ vi dico... a questo prato.


L'Uomo oltre il confine:
Non v’è ragione per segnar confini,
non più di quanta ve ne sia per superarli.
Dal gran gioco siam’ sedotti,
di sollevarci Miti tutt’intorno e d’ammirarli,
e non vediam’ l'incanto che ci rende schiavi.
Ad ogni uom’ che mitizziamo, il giogo ha vinto,
e s’aggiunge un pezzo a quell’”amabile” recinto.
E pur quell'uomin’ vivi e sognatori che guardavan fieri oltre l’immenso,
pretendiam’ che stian’ ben vigili a marcar la nostra soglia...
Il cuor non doglia se pur’anche la bellezza, ch’è la figlia dell’immenso,
in quel’ scompare triste, rifuggendo il senso.
Non ci resta allora che un Guardiano
che ci amministri i Miti e che c’illuda di guardar lontano.


Il Guardiano radunando le masse:
Omaggiate quel pio vate,
parole sante son le sue, che ci spingono lontano,
e per quel dono Iddio poi ringraziate,
d’un nuovo Mito da scoprir, passando piano.
Or’ rinserrate, ch’ad altri Miti
il cuor cortese conduciamo, e proseguiamo…


https://soundcloud.com/i-miti-e-il-guardiano-dei