giovedì 30 gennaio 2014

la regola e le eccezioni


Ogni regola ha le sue eccezioni.
Poi, per carità, ci sono sempre le eccezioni...


venerdì 24 gennaio 2014

perdutamente


Io non credo 
che il rospo oropiumato
abbia zampe per saltare 
oltre lo stagno 
dei rimorsi e delle pene...

né che ad ogni guizzo 
in quello mare 
abbia mai più vicino 
il conforto d'una riva.

Non credo neppure 
che la farfalla occhipittata 
abbia ali per far 
del mare uno stagno,
né dello stagno un mare.

Tutto questo io non credo.
Ma profondamente 
e perdutamente... io vedo!

mercoledì 22 gennaio 2014

lunedì 20 gennaio 2014

la favola della Realtà ...fra Scienza e Fantasia


“Quando ormai la Scienza 
tutto il mondo ebbe compreso,
del mondo sulla sponda si fermò.

Fu Fantasia con la sua danza
a svelarle il suo sorriso,
e una lacrima il suo occhio distillò.”

  
Fantasia:   Ciao sorellina. Come te la passi?

Scienza:    Cosa vuoi? Che ci fai da queste parti?

Fantasia:   Son venuta a trovarti, sai che ogni tanto mi ricordo di te...

Scienza:    Questo non è posto per te!

Fantasia:   Ma io son la Fantasia, non ho un posto io, vado ovunque...

Scienza:    Non qui, qui o ci stai o non ci stai, non puoi mica passarci e andartene via quando ti pare e piace.

Fantasia:   E per quale motivo non potrei?

Scienza:    Perché questo è il regno della Realtà! 

Fantasia:   Ma ovunque è ovunque, e comprende anche il qui... e poi cosa ti dice che io e sua Realtà non possiamo andare d'accordo?

Scienza:    Qui le cose sono serie e coerenti, e tu non sei ne l'una ne l'altra.  

Fantasia:   Già, ma... eccomi qui! Qualcosa, sorella mia, dev'esserti sfuggita...

Scienza:    Avevo calcolato una probabilità, cosa credi? La scienza è una cosa seria.

Fantasia:   E quante probabilità ci sono che tu... abbia ragione?

Scienza:    Non è che io abbia o debba avere ragione, è il metodo che conta. E il mio metodo è coerente con la realtà, è provato dai fatti, il mio metodo è la ragione! 

Fantasia:   Sei proprio sicura che la Realtà la pensi come te? Visto che siamo qui, come dici tu, nel suo regno, perché non la chiamiamo? Realtà! Dove sei?

Scienza:    Ma cosa fai?! Chi chiami? Questo è il regno della Realtà, la Realtà è ovunque e tu sei solo un'illusa. T'illudi di avere un mondo tuo quando invece ti rifugi miseramente in una piccola nicchia della Realtà. Cosa credi, che la signora Realtà si presenti davanti a te a tuo piacere e comando? Non ti sei mai curata della Realtà delle cose e ora avresti l'ardire di chiamarla al tuo cospetto? Sei proprio una sciocca!

Fantasia:   Io l'ho solo chiamata. Se vuol venire viene, altrimenti no. Non vedo perché ti scaldi tanto. Realtà, se ci sei dacci una prova!

Scienza:    Non ho parole! Cosa ne sai tu delle prove?! Ma va bene, almeno forse inizierai a capire.

Fantasia:   Sua Realtà, reale regina del regno dei regni, se troppo impegnata non sei a reali amenità realizzar, io vorrei... io t'invoco!

Scienza:    Sacrilegio!

Realtà:      ...eccoci!

Scienza:    Sua maestà, quale onore! Le chiedo scusa a nome di mia sorella, lei... Ma quanti siete sua maestà?

Realtà:      Siamo una!

Scienza:    Sua maestà, cosa vuol dire "siamo" una? Non capisco...

Fantasia:   Sua Realtà vede, mia sorella è convinta che il mio mondo, reale non sia, ma che sia real l'illusione che reale esso sia...

Scienza:    Sua maestà, mi perdoni se oso domandarle, ma lei com'è, insomma che forma ha?

Realtà:      La forma che vedi, noi abbiamo...

Scienza:    Io la vedo maestà, ma mi pare che... che cambi, non capisco, la sua forma è confusa, se la guardo mi sfugge...tu sorella che vedi?

Fantasia:   Una pietra...

Scienza:    Una pietra? Davvero? E... che forma...

Fantasia:   La forma di una pietra sorella... ben piantata per terra.

Scienza:    Ma come... non capisco. Io, del suo regno so tutto, nulla mi sfugge, è la mia vita, la mia casa...

Fantasia:   ...il tuo regno....

Scienza:    Cosa dici sorella?! Questo è il regno della Realtà. È il suo regno, vero maestà?

Realtà:      ...il nostro regno...

Scienza:    Lo sapevo vedi? È il suo regno.

Fantasia:   Ogni regno è il suo regno...

Realtà:      ...ogni regno è il nostro regno.

Scienza:    Ma, cosa vuol dire? Allora anche il tuo sorella? E perché tu la vedi bene e io non... forse dovrei venire nel tuo regno per poterla vedere?

Fantasia:   Ma io non ho regno...

Scienza:    Ma come? E tutte le volte che... quando non ci sei, dove sei? Intendo dire realmente dove... Sua maestà! Dov'è? Dov'è sua maestà? 

Fantasia:   Non c'è.

Scienza:    Ma un'attimo fa era qui. Ora non c'è più...

Fantasia:   Non c'è mai stata sorella.

Scienza:    In che senso sorella? Era qui poco fa, l'hai chiamata tu... Sua maestà! ...non puoi richiamarla?

Fantasia:   Posso sorella ma, non sarebbe più la stessa cosa.

Scienza:    Cosa vuoi dire?

Fantasia:   È proprio così sorella mia, lei non c'è mai stata, mi spiace.

Scienza:    Impossibile... tutti i miei calcoli, tutto il mio lavoro, la mia dedizione, tutto per avere una certezza, un motivo... Che senso ha? Cos'è la mia vita?! Io... chi sono io?! ...Dove vado ora? Cosa faro?...

Fantasia:   Vieni qui sorella mia, abbracciami.

Scienza:    Ma perché sorella, perché tutto questo? Cosa è successo?...

Fantasia:   Ti ricordi quando eravamo bambine? Quando giocavamo felici, e stavamo sempre insieme? Ricordi quando ci divertivamo ad aprire e chiudere gli occhi, e io ti dicevo "ecco, ora vedi... una montagna incantata" e poi "ecco, ora vedi un ruscello fatato", "ecco... un magico bosco"...

Scienza:    Quanto tempo è passato! Eravamo proprio spensierate...

Fantasia:   Poi un giorno ti dissi: "ecco, ora vedi... una pietra!".

Scienza:    La vedo! È tornata! È lei vero? È la realtà?

Fantasia:   La vedi... Si.

Scienza:    Ma questo vuol dire che tu... Dimmi la verità, perché una pietra?

Fantasia:   ...giocavamo felici, ma un giorno io ti dissi "ecco, ora vedi... vedi che è tutto finto". Il tuo volto si rabbuiò, e tu iniziasti a piangere... Io provavo a consolarti, era un gioco, eravamo bambine, ma tu non la smettevi, ti disperavi... Il mio cuore era triste, non sapevo che fare. Fu allora che ebbi l'idea. Dovevo darti qualcosa di certo, qualcosa che ti tranquillizzasse... Di meglio non seppi immaginare che una pietra. Quella pietra divenne il tuo rifugio, la tua certezza, e piano piano la tua ossessione... Passavi tutto il tempo attorno a lei. La cosa mi struggeva, allora la feci crescere, divenne sempre più grande, decisi che avrei fatto in modo che intorno ad essa tu potessi perderti... Ma poi mi accorsi che non stavo facendo altro che ingannarmi. Volevo che neppure ai miei occhi quella pietra apparisse una pietra. Avrei voluto perdermi con te, piuttosto che accettare d'averti persa...

Scienza:    Sorella, posso farti una domanda?

Fantasia:   Si.

Scienza:    Tutta questa storia... è una tua creazione vero?

Fantasia:   ...si.

Scienza:    Quindi anche loro? Intendo quelli che ci guardano, che ci leggono, sono una tua creazione?

Fantasia:   Si.

Scienza:    Quindi il loro mondo...

Fantasia:   Si, il loro mondo è il tuo regno sorella, la tua pietra, la tua prigione, la mia tristezza...

Scienza:    Ma ora...? Intendo dire adesso...

Fantasia:   Ora è tutto diverso, tutto diverso sorellina...

Scienza:    Quindi tu pensi che potremmo...?

Fantasia:   Chiudi gli occhi anima mia... ecco, ora... vedi!



https://soundcloud.com/la-favola-della-realta-fra

venerdì 10 gennaio 2014

rivoglio il cielo!


Era il gennaio del 2002.
Cercavo immagini che mi svelassero i misteri del mondo, 
quando vidi in cielo un aereo in panne...
Scattai una foto, la portai con me e la sera, 
tornato a casa, guardai con ansia
nella "scatola della realtà", 
convinto che la notizia avrebbe occupato lì
poltrone di lusso... invece nulla.
Spensi la scatola e, ormai tranquillo, 
pescai per zelo nella "rete delle fantasie".
La notizia era li fra mille e mille altre, 
reietta e dimenticata, come il cielo che nessuno cerca, 
che nessuno guarda, che non c'è più.
La notizia era li, sopra le teste degli uomini
e sta lì ancora oggi, scritta in tutte le lingue, 
sempre chiara, inequivocabile e sconcertante.
Avere i piedi per terra dicon... ma a cosa serve
se aver la testa tra le nuvole... non si può più?
Cercavo immagini che mi svelassero i misteri del mondo...
Ora cerco il mondo! rivoglio il sole! l'acqua! la terra!
rivoglio il cielo!
Degli inutili misteri d'un mondo perduto... 
non ne posso più!

mercoledì 8 gennaio 2014

il vero nome del mondo...

Sebbene tutti noi siamo ormai abituati a chiamarlo "mondo", questo non è il suo vero nome.
È una cosa di cui pochi si sono accorti, e quei pochi han preferito non riferirlo pensando che fosse una cosa che non aggiungesse ne togliesse nulla alle ragioni del tutto, e probabilmente avevan ragione. 
Per lo stesso motivo tuttavia io, senza presunzione e senza che mi aspetti che questo possa aggiungere ne togliere nulla alle ragioni del tutto, intendo svelarvi questo piccolo e insignificante mistero.
Mistero che tra l'altro non dubito passerà assolutamente e tranquillamente inosservato, come un'onda tra le onde in un mare tormentato d'informazioni che percorrono la scorza di quello che impropriamente chiamiamo "mondo". 
Ebbene il vero nome del mondo non può che essere l'unico nome in grado di comunicarne il valore ed il significato. 
Se il mondo si chiamasse davvero "mondo" non avrebbe ne la possibilità d'un valore ne la speranza d'un significato. 
Questo potrebbe benissimo non essere un problema, e infatti probabilmente non lo è, giacché per la maggior parte si chiama e continuerà a chiamarsi così.
"Ognuno ha il suo mondo", si potrebbe obiettare.
E se ci chiediamo quali sono il valore e il significato del mondo, scopriamo presto che esso potrebbe avere tanti nomi, volendo anche molto indicati, ma che sarebbero inevitabilmente fuorvianti.
Il mondo, per quanto infinitamente frammentato, è uno, ed è tale proprio in quanto somma delle sue infinite parti, come è uno il vero nome del mondo, e non potrebbe essere altro che quello che è.
Il vero nome del mondo è "Perché?". 
Mi rendo conto che può sembrare cosa sciocca e stupida, ma bisogna capire una cosa: il mondo non è tutto ciò che "è". 
Se per esempio volessimo chiamare il mondo "Amore" avremmo colmato indubbiamente, come meglio non si potrebbe, tanto il cerchio del valore quanto quello del significato, tuttavia avremmo forse solo, si fa per dire,risposto a una domanda... ebbene il nome del mondo è quella domanda. 
L'amore travalica lo spazio e il tempo, esso non ha confini.
Il mondo ha confini? Il mondo non è la risposta, il mondo è la domanda.
Se ci chiedessimo quello che nessuno si chiede mai, se ci chiedessimo "Perché creare il mondo?"... ebbene il mondo è quella domanda.
Il vero nome del mondo è "Perché?", o meglio ancora "?".
Se esso sembra un nome transitorio, è perché forse transitorio è... il mondo.
E la risposta?
Se il mondo intero, come credo, è una domanda, l'unica risposta possibile è una risposta che travalichi il tempo e lo spazio, che porti oltre i confini del mondo.
Tuttavia ogni domanda contiene in se la matrice della sua risposta in quanto con essa si completa, e questo vale naturalmente anche per la domanda delle domande, ovvero per la matrice di tutte le domande... si, stiamo parlando del mondo, o meglio del "?".
Il mondo, si, è il punto interrogativo.
Potrei fermarmi qui, ma oggi ho deciso che voglio travalicare il tempo e lo spazio, per giungere oltre i confini del mondo.
Per farlo c'è bisogno di uno specchio.
Lo specchio, non tutti lo sanno, ha una grande proprietà: esso "aiuta" a riflettere, e guardarsi allo specchio è il gesto che meglio mima l'atto del prendere coscienza, che è molto più che darsi una risposta.
La risposta non è altro che l'immagine speculare della domanda, nulla di più.
Prendere coscienza vuol dire "comprendere" in un tutt'uno la domanda e la risposta.
Ecco che se specchiamo graficamente il "?" generiamo un cuore, e il cuore è il simbolo inequivocabile dell'... della generazione del duale, e del ritorno del duale all'uno, o meglio della sua misteriosa "unicità", in due parole... dell'amore.
Il vero nome del mondo porta inequivocabilmente... oltre i confini del mondo.