sabato 14 agosto 2021

la regola del buon maestro

Così come inver sempre si deve,
imparar si può per ogne via:
sia ch'essa al perdersi conduca
in loco buio e tristo et empio,
sia ch'al trovarsi invece guidi
in luminoso e consacrato tempio.
Ma insegnar si puote invero sol,
seppur si poss'averne mai ambizione,
usando il buon esempio a condizione.

Francesco d'Assisi - affresco Sacro Speco, Subiaco -  1224 - anonimo.

 


 

mercoledì 11 agosto 2021

del savio e dello stolto

Savio è colui che è abbastanza savio da accorgersi di quanto poco spesso è savio.

Stolto è colui che è tanto stolto da credere d'esser davver per nulla stolto.

Nelle vicende del mondo il savio, fintanto che è abbastanza savio, non ha mai l'ardire di imporre ad altri, savi o stolti ch'essi siano, la sua vaga assai stoltezza.

Per contro, invece, ciò che rende lo stolto assai nefasto è il fatto che esso non riesce proprio ad essere felicemente stolto senza cercare d'imporre la sua "indiscutibile saviezza" a tutti quelli che giudica esser stolti.

La morte di Socrate di Jacques-Louis David

 

mercoledì 4 agosto 2021

l'archetipo sacro del fumatore

Ogni gesto che compiamo è comunicazione.
Ogni gesto che compiamo è, probabilmente, espressione di archetipi che tramite noi prendono forma.
Alcuni gesti in particolare, e sono gesti ripetuti spesso con cadenze quasi rituali, riescono a rappresentare gli archetipi sottostanti in maniera stupefacentemente cristallina.
Il fumatore è una delle figure umane che reputo più fortemente rappresentative in tal senso.
Quando una persona impersonifica il fumatore egli offre il suo servizio di buon attore, vieppiù inconsapevole, all'archetipo dell'uomo vissuto.
Il fumo, lo si intuisce, suggerisce in maniera inequivocabile l'immagine del fuoco e, più precisamente, del fuoco che è stato e che quindi non è più.
La vita di un uomo, con il susseguirsi delle sue esperienze, è fuoco che brucia.
Quando il fuoco ha bruciato tutto quello che poteva, per un poco resta il fumo e il fumo sale, si spande e si dissolve nel cielo.
Quando l'uomo incarna il fumatore lui dice agli altri, o semplicemente racconta a se stesso, che la sua vita è stata piena delle esperienze che devono riempire una vita, che il suo fuoco ha divampato fiero e senza risparmiarsi e che ora, come ogni buon fuoco deve fare, può rendere al cielo le sue ultime e ancora calde polveri vive.
Quante volte il cinema ci ha mostrato l'immagine del fumo che seguiva l'amplesso?
Prima il fuoco dell’amor che divampa e “consuma”, e dopo la pace e il silenzio dell’uomo che fuma.
E' per questo motivo che troviamo facilmente ridicoli quegli acerbi ragazzi che si accingono, troppo presto, a rappresentare un archetipo che non può appartenergli, e proviamo invero un senso di fastidio nel vedere quello che dovrebbe essere il tempo del fuoco, così presto invece andarsene in fumo.
Ma perché l'archetipo del fumatore è considerato sacro?
L'archetipo del fumatore è rispettato e trattato come sacro perché colloca l'uomo, sia dal punto di vista di chi lo impersonifica che da quello di chi lo osserva, al di fuori del grande tempo della vita vissuta.
Il fuoco non c'è più, il grande e compresso tempo dell'esperienza è passato, quel che resta è il fumo, il piccolo e dilatato tempo della riflessione.

immagine dal film "Pulp Fiction" (1994) - Quentin Tarantino

 

lunedì 2 agosto 2021

...degli uomini giusti

Suonino le campane
sopra l'empie caverne dei tristi.
Dentro i cuor si rincuorin
degli uomini giusti.
 
 

domenica 1 agosto 2021

...più che potete

S'avete soltanto certezze, non indugiate.
S'invece vi resta un pur piccolo e timido dubbio, amate e curate quel, più che potete.