domenica 28 maggio 2023

la maledizione degli ignavi

Non è cruccio dei violenti
e non turba i fraudolenti,
agli avari poco importa,
anzi forse li sconforta, e
gli accidiosi ed i superbi
pur ne restano alla porta.

Poco inver ne soffron anzi
gli altri vari incontinenti,
sian golosi o lussuriosi,
senza fren nel dissipare
oppur schiavi senza luce
di quell'ira che li assale.

Sfiora invece l'anatema
magro il cuor degl'invidiosi,
m'ancor più ch'ogni altra cosa,
con ferite assai più gravi,
quell'oggetto freddo coglie
ch'è nel petto degl'ignavi.

Sicché nasce e si conforma
quale cruccio lor più grande
che si mostrin tutti gli altri,
sian quei cuori meno gravi,
dello stesso lor malanno
pur senza rimedio schiavi.

 
Priamo della Quercia, Inf. Canto III – (XV secolo)


lunedì 1 maggio 2023

dell'innocenza

Se io fossi quel che faccio e
se facessi quel che sono
"dell'innocenza", potrei dir,
che “'l buon Dio m'ha fatto dono".

Innocente è allora il sasso
quando dorme sopra il prato,
come quando cerca il fondo
tutto urtando in gran boato.

Innocente è l'acqua dolce,
che s'affacci alla sorgente
o che fiume scelga d'esser
impetuoso e travolgente.

Innocente è il bruno fuoco,
che riscaldi il focolare
o che incendi e strugga i nidi
perché sian di morte altare.

Innocente scorre l’aria,
che sia brezza sopra i fiori
o che volga in uragano,
di terrore empiendo i cuori.

E coi colori avversi al ciel
innocenti sono i fiori,
dica: "dormi!" il loro cuor' o
senza morso, dica: "muori!".

La farfalla ancor su quelli
è dono d'ali alla virtù,
ma non al gatto che l'afferr'
alcun può dir: "non ce l'hai tu!".

E poi in fine vengo io, che
Dio m'ha chiesto d'esser uomo,
non votato all'innocenza,
ma alla colpa ed al perdono.

E per questo lo ringrazio,
'che nella moral palude,
ove il mal talvolta affranca
come il bene spesso illude,

con l'amor, mi lasciò andare,
che più grande mai fu dato,
'ch'io potessi riscoprire
la bellezza del creato.

Alessandro Turchi, Cristo e l'adultera - olio su tela 1619