...fine.
Come aurora del mattin, ecco m'appari.
Raggi dorati sboccian dal tuo volto
e m'accarezzan, come spade acuminate,
e mi trafiggon, come soffici risate.
La tua voce cresce da ogni dove,
e da ogni dove il cuor m'invade...
"Goccia che dal ciel s'affranca,
fra due valli incerta dondolando, questo ora tu sei.
Venuto è il tempo che tu scelga,
che tu scelga della luce d'esser o del buio,
del bene servo oppur del male.
La tua scelta, ora, devi fare."
Io ti ascolto, manifesto tu mi sei
e quel che vedo mi stupisce,
poiché vedono i miei occhi
quel che videro non mai.
Ma Stupor non è il mio dio,
e di sceglier, come dici,
il mio cuor già m'adoprai.
"Nel tuo cuore io vedo un gran tormento,
vedo i mari che s'increspan,
l'onde appese al firmamento.
Una spiaggia che t'accolga t'offro, intanto
che il tuo cuor d'una sirena scordi il canto."
S'io accettassi d'esser servo,
sarei servo d'un incanto.
Se alla spiaggia tua approdassi,
del mio cuor, scorderei il canto.
S'io non fossi quel tormento,
d'una spiaggia o d'uno scoglio sarei figlio,
e figlio non sarei del firmamento.
Che sia luce quel che vedo e non abbaglio,
che sia il buio come appare
e non mi sbagli, chi può dirlo?
Forse i libri consacrati,
i maestri, i saggi o i volti illuminati?
Posso forse dirlo io se non l'ascolto,
quella voce che il mio cuor tramuta in canto?
Vengan tenebre a cercarmi
con promesse seducenti...
Vengan luci a corteggiarmi
sfavillanti e sfolgoranti...
Che sia quiete o sia tormento
che sia fine o nascimento,
nel mio cuor scorre il mio tempo,
dell'amor sorgente, culla e tempio.