mercoledì 29 luglio 2020

di chi sono i vostri figli?



Il più grande errore che può fare un genitore premuroso è credere di essere responsabile dei propri figli nei confronti dello stato, della chiesa, della scuola, della comunità...

Non è lo stato e non è la chiesa ad affidare il germoglio d'una vita nuova ad una madre e ad un padre.

L'unica ambizione che un qualsiasi ente possa avere nei confronti di un bambino è quella di appropriarsene illegittimamente.

Naturalmente, come recitano spesso cori all'uopo plagiati: "i figli non sono mica proprietà dei genitori?!". L’avete cantato anche voi? Ma pronunciata la strofa poi si perdono, e mai cercan la rima...

Come si può solo pensare che, invece, i figli possano essere proprietà di un ente astratto, come che si chiami e qualunque esso sia.

"I figli non sono proprietà ne' dei genitori ne' dello stato, sono doni di Dio", direbbe la chiesa...

Peccato che poi quel Dio di cui parla la chiesa abbia fatto ormai, da tempo immemore, la tristissima fine di divenire esso stesso proprietà della chiesa... Chi ha occhi per vedere veda.

Lasciamo stare la chiesa, ma, "lo stato non dovrà allora vigilare sul corretto comportamento dei genitori?", eccoli ancora che cantano in coro. L’avete cantato anche voi?

Certo, ma “non dovranno a maggior ragione i genitori vigilare sul comportamento dello stato?” dovremmo invece aggiungere noi.

Manca sempre una “strofa” per completare la rima di certe canzoni, ed è sempre la più importante, chissà perché.

Ecco perché: regna sovrana l'idea che un pensiero collettivo frutto di processi e decantazioni d'ogni e qualunque tipo, abbia e debba avere, sempre e comunque, più valore di un pensiero individuale, forgiato sui vincoli stretti dalla natura nella carne e nell'anima d'ogni donna e d'ogni uomo.

Questo è il tarlo che ha consumato le menti, fiaccato gli spiriti e segregato le anime, e questa idea non è altro che pura superstizione, che per nulla tiene conto della storia e della realtà dei fatti.

Può valere per le api, per le formiche, che pur tuttavia hanno le loro precise regole naturali legate al diretto e mai mediato sentire, ma voi, mamme e papà d'ogni luogo, se non siete api e se non siete formiche, allora perché accettate di pensare e vi comportate come loro?

Svegliatevi! Gettate quel maledetto tarlo alle fiamme e curate e ricostruite quell'albero della vita che "qualcuno" saggiamente ha deciso che dovesse crescere fiero dentro di voi!

Chiedetevi chi vi ha affidato la cura dei vostri figli, da dove vengono i loro sorrisi, le loro lacrime, e perché tanta bellezza è sbocciata proprio dentro e accanto a voi.

Qualunque sia la risposta, solo ponendovi la domanda potrete sapere verso chi dovete essere responsabili e a chi dovete rendere conto.

Gustav Klimt, maternità

Nessun commento:

Posta un commento