martedì 3 giugno 2025

...a beneficio della creduloneria

Il sostantivo "complottista" fu coniato dai complottari a beneficio della creduloneria dei creduloni.

sabato 3 maggio 2025

dei cuori gentili e ribelli

Un cuore non può essere gentile e ribelle se non custodendo, nei suoi scrigni profondi, le chiavi delle porte del cielo.

giovedì 10 aprile 2025

delle profezie e del dominio della paura

Tutti i vaticini, tutti gli oracoli, tutte la profezie di questo mondo, son mattoni che compongono e sorreggono un solo grande edificio.
Quell'edificio si chiama "paura" e la paura è una prigione che stringe e costringe il cuore dell'uomo.
Cosa generano infatti le profezie quando giungono al segno? cosa insinuano nel profondo del cuore dell'uomo?
Non germina forse, in quel centro di vita, una sensazione di impotenza, di rassegnazione, un moto di sottomissione, d'ubbidienza e, per il dolce, una speranza d'indulgenza o d'un'amara ricompensa?
Non sono forse, questi appena enunciati, tutti camuffamenti e mimesi della venefica dea Paura?
Eccola qui, nella sua oscura grandezza, la nuda e vitrea gorgone che muta ogni cuore in un pezzo di ghiaccio.
Vuoi tu che il tuo cuore sia un pezzo di ghiaccio?
Guardati bene, uomo, da tutti gli oracoli, poiché essi sono mattoni e carpentieri della dura prigione del tuo cuore.
Il loro dominio fa il tuo cuore domato, sottomesso, addomesticato, incattivito... e un vivo cuore, mortificato a tal punto, è quanto più vi sia di lugubre e deprecabile in tutta la sfera dell'incommensurabile cosmo.

The Horsemen - Yordanov Yulian 2005



mercoledì 26 febbraio 2025

il saluto di madama Satira

E fu, in fine, che madama Satira 
il momento suo prestò a signora Verità 
perché potesse essa mostrarsi
un poco anche agli increduli, 
in un apoteosi di caramellosa ilarità.

"Per un poco ognuno ti vedrà,"
disse a lei teneramente,
"finché, poi che t'avrà vista, 
vista in vero non t'avrà, 
preso ancora nelle amabil cure 
di Bugia e di Falsità.

Ma che t'importa amica mia,
sul palco metti il tuo bel piede
e canta a tutti il canto tuo,
e porta il giorno sulla notte,
e la bonaccia alla tempesta 
mett'in faccia pur',
e sottometti e schiaccia.

Non piangeran tra le tue braccia 
quei, ma sciocchi rideranno inver,
'che crederan veder danzar
nei loro occhi i panni miei.

E sia allor ch'io con essi pur, 
seppur d'un altro riso, 
più amaro sì ma vero e vivo,
guardando la tua danza riderò.

E già ti vedo trepidar, 
e poiché brava so che sei 
come e più di quanto anch'io saprei,
volentier ti lascio il posto mio.

Quando e se s'accorgeran ch'è Verità
a calcare il piè sopra i miei palchi,
e muteranno, l'occhi lor ridenti,
goccia di fiume in acqua e sale,
forse allor chissà che vorrà Dio 
ch'io torni ancora a fare,
come l'acqua dolce torna al mare,
di nuovo quello che so fare.

Intanto amica mia sul palco stacci tu
e fai di quelli che il veder 
non seguono al guardare, 
preciso quel che più ti pare."