la dea violenza
Nel chiaror del mezzogiorno,
senza veli e senza bende,
ma vieppiù putrida e fetente,
la dea violenza avanza già,
solcando piazze, mietendo gente.
Più buia della notte,
e ancor più misera e meschina,
brutta, bieca e marcescente,
d'una iena che accarezza mite
mentre maligna affila il dente,
passerà pure innanzi a te...
Tu che saluti e ti compiaci
della carrozza luccicante
e del codazzo prono e riverente
del caro, vecchio e nuovo re.
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