martedì 27 maggio 2014
il grifone
Sono le nove e venti, oggi è il 31 maggio 2007.
Sono in ufficio.
Ho una maglia blu con un grifone cucito sul petto.
Ho le braccia conserte, mi guardo la maglia e mi sento bene.
No, non ho le braccia conserte; forse è così che mi vedo.
Sto scrivendo.
Ma poco fa avevo le braccia conserte, guardavo la mia maglia blu, il grifone cucito e, mi sentivo bene.
Ho tanti ricordi.
Ho un senso d’impotenza quando penso ai miei ricordi.
Senso di colpa.
Penso ad un mare ch’è troppo piccolo per contenere tutte le barche che ama cullare sopra di se.
E queste affondano nel mare, e giunte al fondo affondano pure nella terra.
Allora incrocio le braccia, abbasso lo sguardo e vedo la mia maglia blu, il grifone cucito e mi sento bene.
C’è un grifone sulla mia pancia.
Ha le piume dorate, gli artigli affilati e lo sguardo truce.
Ogni volta che passa un collega lui lo guarda e ghigna, e mi pare che il suo cuore batta più forte quando alza gli occhi, mi guarda con affetto e ghigna più forte.
Amico mio ridi che ti passa, mi dice.
Io l’accarezzo, gli stucco una penna e scrivo…
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