martedì 4 marzo 2014

sul cuor della notte


Tu che stai sul cuor della notte
come l'infante alla dolce mammella,
cullato dall'ombre, sue palme gentili,
baciato dal vento, diletto alle stelle,
suo gelido canto, sue gelide ancelle.

Tu che il dente allo 'strello aguzzando
sui sogni mordace al tuo cuor fai diletto, 
che fra i mirti e le rose tu dell'occhio felin 
sei l'artiglio, che del lupo la lun' fai sospetto.

Or la nebbia t'avvolge,
fa più freddo alla notte il suo canto...

Tu, che ad ogni fior che il suo dono sollevi
dall'erta alle luci nascenti del ciel
o che omaggi con l'ultime l'alba d'oro d'un re, 
l'orizzonte concedi, e t'anneghi
nel nascente o cadente, ma eterno eclissar.

Tu, che cercando il cercar, d'ogni cosa 
il rimpianto t'assale, come l'onda 
d'un mar che non bagna, o la lingua 
d'un fuoco che brucia e calore non da.

Or la nebbia t'avvolge, 
fa più freddo alla notte il suo canto.
Or le rime disperde, come foglie nel vento.
Or ti stringe... 
Tu che stai sul cuor della notte.

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