mercoledì 20 dicembre 2017

un regno senza un trono


Così mia dolce e amara Italia
mestamente tu scompari,
sotto gli occhi fessi e ciechi
di milioni di somari.


Non s'offendano gli armenti
s'io li accosto ai fuoriclasse
d'una strana e bieca scienza,
ch'è il talento delle masse.


E neppure si lamentin
quelli appiedi su due stampe,
poiché al pari degli amici
dormon quelli sulle zampe.


Sol che gli uni nella notte,
innocui, dolci e senza danno,
gli altri al sol' mostrando il nulla,
ed alla terra il suo malanno.


Cara Italia t'han svenduta
come fossi una puttana,
vista e usata prostituta,
ombra 'sciva d'una dama.


Non s'offenda neanche quella
a cui la vita ha reso il dono
d'un mestier che non fa onore,
come un regno senza un trono.


Bella Italia tu sei questo,
e per molti anche di meno,
proprio quei che cantan l'inno
vomitando sul tuo seno.


Proprio quei che ti lusingan
sventolando il tricolore,
e poi ti svendon per tre soldi
senza un battito di cuore.

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