sabato 22 dicembre 2018
l'unicorno
Sulle rive lucenti
del bel rio mormorante
vidi un giorno specchiarsi
l'universo raggiante.
Lui mi vide e io nacqui
ogni giorno diverso
come il fiume che scorre
sotto il cielo riverso.
Sulle rive lucenti,
m'attendeva ogni giorno,
rispecchiando l'immenso,
quel raggiante unicorno.
Tra le valli di ghiaccio,
oltre i fiori tremanti,
coloravo il silenzio
coi miei passi danzanti.
Sopra strade sepolte,
dentro boschi di fiamme,
tra dirupi che parlan
d'imprendibili gemme
avanzavo ogni giorno
come fosse il più bello,
come un Re che ritorn'al
suo adorato castello.
Sopra il rio mormorante
l'unicorno aspettava
che il mio occhio vedesse
quel che il fiume cantava.
- Il mio nome è Persempre!
poi mi disse correndo
come l'ombra d'un falco,
più veloce del vento,
e lo vidi svanire
oltre i boschi fatati,
come un vecchio ricordo in
mezzo a sogni incantati.
Sopra il rio mormorante
posai allor l'occhio stanco e
vidi il bianco unicorno
che specchiava al mio fianco.
- T'ho cercato una vita,
poiché tu mi fuggivi,
or mi par di toccarti
mentre scorri in quei rivi...
- Come vedi quel fiume,
cos'io vedo il tuo tempo
mormorar la tua storia,
accordarla al suo stampo.
- Se la storia mia scorre,
come il fiume a cui vieni,
su che fiume tu scorri?
tu a che fiume appartieni?
Mi voltai per guardarlo
sulla riva lucente,
e quel canto non c'era,
più non c'era il torrente...
Torna il giorno alla notte
si ravvolge al suo grembo,
per rinascere ancora,
quando sente il momento.
Torno io fra le righe
consumate del tempo,
a inseguir tra i ricordi
l'ombra bianca del vento.
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