domenica 22 marzo 2020

appello agli italiani...

 ...in tempo di emergenza sanitaria


Ma la smettiamo di morderci tra noi come cani idrofobi?!
Vogliamo prendercela con qualcuno? Ma ce lo chiediamo chi ha ridotto la sanità in uno stato di perenne emergenza imponendo un regime monetario criminale a un intero paese? Forse pensiamo sia stato il nostro vicino di casa che passeggia o prende il sole nel parco?
E poi, ragioniamo, davvero vogliamo tornare alla normalità, ovvero a soccombere nell’incolmabile e moralmente ingiustificabile scalata al debito pubblico, svendendo il futuro dei nostri figli al "peggiore" offerente, mentre magari aspettiamo la prossima epidemia per rinchiuderci di nuovo in casa?
E' questa la nostra speranza?
Oggi l'UE allenta la morsa dimostrando, per una volta, che c'è qualcosa che ha un valore superiore a tutto: la "salute".
C'era bisogno di una crisi sanitaria?
C'era bisogno di morte e dolore per riaffermare questo principio?
Forse si, purtroppo, come è evidente, ma domani, superata l'emergenza sanitaria, Dio lo voglia, che faremo? Torneremo di nuovo a intonare il tristissimo canto che ci veniva imposto dai grandi maestri dell'"austerity folle e a tutti i costi"?
O forse, come la dignità di uomini e donne ci impone e come ci impone la memoria che dovremmo avere della storia di questo bellissimo paese, finalmente ci decideremo a rivendicare come beni assoluti e indeclinabili: la salute, la serenità e la felicità degli individui?
Forse qualche alto rango dei castelli del potere s'è ravveduto finalmente, forse no, ma quel che conta è: noi lo abbiamo capito a che gioco stavamo e stiamo ancora giocando?
Che un popolo non è libero se non è padrone della sua moneta come un uomo non è libero se non è padrone del suo sangue, lo abbiamo capito?
Che un popolo che non è padrone della moneta che usa è costretto a rinunciare, più o meno gradualmente, alla sua felicità, alla sua serenità e alla sua vita, lo abbiamo capito?
Che poi il popolo scelga di chiamarsi italiano, francese, greco o tedesco, o semplicemente europeo non importa, che importa? La libertà non ha mica bandiere?! Ovvero le ha solo se le vuole, e le ha per rendere il mondo più variegato e più bello, semmai.
Noi oggi gli italiani vogliamo immaginarli così, come in questo bellissimo quadro di Cesare Averardi: uniti nell’intento di ricostruire un futuro comune, fondato sui principi eterni della fede, della speranza e dell’amore.
E questa presa di coscienza sarebbe un bellissimo gesto d’amore anche verso i francesi, i greci, i tedeschi e tutti gli altri popoli.
Che il gelo della "crisi" porti un caldo raggio di sole nei cuori assopiti degli italiani.



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