venerdì 22 novembre 2013

Nat


– Ti spiego come funziona: tu prendi il dado, lo lanci per terra e prima che smetta di roteare lo raccogli e scegli un numero. –
– Scelgo il primo! – Disse impulsivo Nat.     
– Ma allora non mi ascolti? Devi prima lanciare il dado, poi… –     
– Ma perché? Che senso ha? –     
– Ti ho forse detto che ha un senso Nat? E' il Gioco, è così! –     
– Non mi piace! – Disse Nat.
Mio fratello mi prende in giro, pensava.
Era sempre la stessa storia, gli altri bambini giocavano e litigavano complici e partecipi d'ogni piccolo e grande segreto del mondo, lui li guardava distante e ogni qual volta lo coinvolgevano era solo per prenderlo in giro, per prendersi gioco di un piccolo stupido animaletto da compagnia, era l'unica cosa che riusciva a metterli tutti d'accordo, a disegnare sui loro volti la stessa felice, maligna espressione.     
Il fratello non lo aiutava, rincarava anzi la dose quasi incoraggiato dall'atteggiamento lascivo e dalle risposte evasive di Nat.     
– Tu sei un bambino stupido! – gli diceva. – Le cose non hanno senso per te! Un giorno o l'altro il serpente che sta in fondo al pozzo ti mangerà! Tu l'hai visto il serpente in fondo al pozzo vero Nat? –     
Nat non l'aveva visto, ma tutti l'avevano visto e lui non era diverso dagli altri quindi:     – Si! – disse. – Anch'io l'ho visto! – O a questo punto, pensò tra se, forse l'ho visto solo io!    
– Ma non lo capisci – continuò il fratello – che nostra sorella è andata via per questo? Perché tu sei uno stupido Nat! Solo uno stupido!     
– Mia sorella non è andata via! – disse Nat in preda al panico. – Ha detto che tornerà presto! –     
– Si! Stupido bambino! Ha detto che tornerà, ed è andata via. Non ha senso questo? Neppure questo ha senso per te Nat? –       
Le sue mani iniziarono a tremare, in preda al panico Nat iniziò a correre. 
Mille sguardi lo sfiorarono, mille bocche tentarono invano di parlargli. 
Il mondo iniziò a roteare impazzito intorno a lui.      
Sei solo uno stupido, pensava, sei solo…

– … svegliati Nat! È mezza notte! Non ricordi? Dobbiamo andare sulla collina! Ci vieni vero Nat? Me l'hai promesso! Mi dispiace, dormivi beato, eri così bello! –
Era così bella!
– Verrò con te! – disse Nat.
La voce più dolce si posò sul suo cuore ancora in subbuglio; 
– Correremo fino alla collina – diceva, – Ci sdraieremo sull'erba e guarderemo le stelle danzare, poi costruiremo un castello, inviteremo tutti gli animali del bosco e cureremo le loro ferite e ascolteremo le loro storie infinite…
– Mio fratello dice che sono solo uno stupido! – la interruppe Nat.
Lei gli posò una mano sulla guancia, asciugò teneramente le sue lacrime e gli disse:
– Non piangere Nat, io lo so che non è stata colpa tua, e poi ha detto che tornerà presto. Vedi? Guarda su, è lui che e ogni tanto, per dirci che ci vede e che ci ama, ruba una stella al cielo e la lascia scivolare un poco. E poi Nat, non è vero, tu non sei... –

Nel buio della notte Nat aprì gli occhi.
Un abisso screziato di riflessi dorati dondolava inquieto davanti a lui.
Sollevò lo sguardo dal mare e vide il sole, era immenso, tanto che pareva si potesse toccare.
Per un attimo a Nat sembrò di sentirne l'immane fragore, e fu un attimo eterno in cui si perse in quell'indescrivibile vertigine d'emozione che oltrecolmava il cielo...
Quando l'onda scrosciò schiumando ai suoi piedi, per Nat fu come tornare a respirare, anzi, ebbe la chiara sensazione che fosse davvero la prima volta.
L'onda si fece in dietro, e poi di nuovo avanti... 
Un soffio d'aria accarezzò il suo viso, un lontano profumo di fiori, un ricordo di foglie e piccoli arbusti, d'erba e conchiglie, lo avvolse.
Nat guardò in basso e vide le sue orme, in fila, davanti a lui, perdersi lontano.
Fu un battito di cuore, la brezza divenne vento e un'onda più grande crebbe. 
Quando tornò in dietro la spiaggia era pulita, splendente d'infiniti frammenti di luce dorata, misteriosi ricordi d'un unico immenso sole.
L'intero firmamento brillava vivace ai suoi piedi.
Nat fece un passo...
1995-2000 e... adesso!

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