mercoledì 9 luglio 2014

ode alla libertà


Quando l'incontrai sulla perduta strada,
divinamente bella sopra una roccia stava.
Un'onda il cuor presto m'avvolse e strinse, 
ed ogni forma amor, nell'occhio mio dipinse.
Mirando il suo ridente viso 
e il ciel specchiando in sul suo bel sorriso, 
pria che quella empisse d'aria i vasi, 
Sei tu libera? le chiesi.

Lei mi guardò, e fu come se m'empisse.
"Libera è la goccia di restare in ciel? mi disse.
E l'aria avvinta ad una scorza dura?
o lo è forse l'onda di squassar le mura?
E nel ciel, corre a suo voler la luna?
O il sol' immenso a ogn'or che passa
impune empassa o inverte il senso?
E la mela? vola forse libera per l'arie?
La tua franca man, dond'ella coglie?
E l'uom' che a quella il suo desir rivolge
da qual fonte "libera", il desir raccoglie?
Libero è l'assassin' col suo coltello in mano?
o è libero il coltello di colpire invano?
E colui che "in preda" all'ira 
al suo nemico odiato rende il torto?
O forse è franco il morto, dal dolor' che infin 
del suo cammino in cuore ha accolto?."

Io non so, le dissi, cosa avvinga e cosa sciolga,
né in qual sorgente il cuor che cerca, amor raccolga.
Ma so che t'amo libertà, più d'ogni cosa t'amo,
e non m'importa né chi tu sia o da dove venga,
né se l 'amor convenga al cuor che cerca invano.
E se già or' non più ti vedo, 
se la mia strada è ormai perduta,
perdutamente allor', poiché il mio cuor 
null'altro può che amar, ...io t'amo.


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